Esiste qualcuno che può ragionevolmente dire “Ah, io non ho MAI flirtato”? Forse. Se esiste, è probabilmente uno di quegli uomini che se li inviti fuori a cena non ha nulla da dire dopo il 15′ minuto. O una di quelle donne che parlano sempre e solo del proprio marito, dei propri figli, del proprio lavoro.Per una mente evoluta, il flirt non solo esiste, ma è un sottile e piacevole, quando non affascinante gioco di relazione. Non tanto con un uomo o con una donna in sé, ma con l’altro sesso in generale. Esistono molte definizioni di flirt, la maggior parte molto personali, la maggior parte molto sbagliate. O, a volte, opportunamente adattate ai propri scopi, semplicemente per etichettare una relazione che stiamo avendo in modo che ci faccia sentire meno in colpa.Perché il flirt, canonicamente – e nonostante ciò che pensate di sapere – altro non è che una relazione innocente e condotta per gioco, basata sulla reciproca attrazione, finalizzata essenzialmente, da un lato, a coccolare il proprio ego e, dall’altro, a concedersi sensazioni ed emozioni forse un po’ dimenticate da tempo, o a rischio ruggine nella propria vita emotiva.Innocente, perché nel momento in cui la guardi e poi le passi una mano tra i capelli, fino dietro la nuca e la attiri a te, per un lungo e sensuale bacio, ciò che stai facendo smette di essere un flirt e diventa altro (sbizzarrirsi con le etichette, prego). Per non parlare di cosa diventa se allunghi due dita dietro la sua schiena e le slacci il reggiseno (una mia amica sostiene che solo un uomo che riesce a slacciarle il reggiseno con una mano sola sia degno di portarla a letto… per fare questo occorre una discreta abilità, ma d’altronde lei è inverosimilmente bella ed esigente).Per gioco, perché in definitiva non è tanto quella donna (quell’uomo) che sarà il vero oggetto della tua attenzione e della tua concentrazione quanto piuttosto ciò che riuscirai a tirar fuori da te stesso - e da lei - in questa attività che impegna la tua mente, le tue capacità di seduzione, la tua fantasia e, non ultimo, il tuo autocontrollo.Stante queste premesse, è del tutto evidente che il flirt non vuole obiettivi concreti (ad esempio, una relazione sentimentale come punto di arrivo o una relazione di sesso teso). Ma è altrettanto vero che nessuno dei due giocatori può dire di conoscerne tutti i possibili esiti o di essere assolutamente in grado di prevenirli.Come dire, la sicurezza del “solo gioco” esiste solo al 90%. Possono giocare tutti, a questo gioco?
Che domande, certo che no.
Può essere una buona flirter una donna che, quando le scrivi due e-mail cercando di saperne di più di lei, ti risponde “A Gugliè, ma che cce sta a pprovà??” ?Oppure una che, se la inviti fuori una sera per un gelato ti gira picche, facendosi cogliere dall’isterico ed insopportabile dubbio che non sia solo per un gelato?Il flirter naturale non si fa domande, non ti fa domande. Non si pone dubbi.
Il vero flirter non chiede cos’è un flirt. Lo fa.
E chi lo fa, chi sa farlo bene, osa. Con eleganza, con sagacia, con stile. Da quello sguardo che sostiene il suo, a lungo, all’ochiata ripetuta, compiaciuta e persino un po’ ostentata, nella scollatura tra i seni di lei, mentre ce l’hai davanti a cena, a quello sfiorare la sua mano o le sue dita, fino a dirle che la trovi incredibilmente bella, stasera. Perchè lei lo è. Perchè stasera ha fatto in modo di esserlo. Perchè fa parte del gioco.
Tratto da "Grazia"



